La Carta

Perché la Carta per Pordenone

Noi, categorie economiche e professionali di questa provincia, tramite la Camera di Commercio, abbiamo promosso un momento di ascolto dei portatori di interessi economici, sociali, culturali e istituzionali di questo Territorio per stimolare una riflessione sul futuro del sistema produttivo e del modello di coesione sociale che nei decenni ci hanno permesso di acquisire un diffuso benessere economico e civile.

Dal 2008 il modello è entrato in una fase di profonda trasformazione e sofferenza non soltanto nelle sue performance economiche, quanto della sua capacità di generare fiducia diffusa e, cosa forse ancor più grave, di desiderio d’investire nel futuro.

Le nostre consapevolezze

Ne siamo consapevoli: la crisi economica, etica e morale, ha attaccato i fondamentali delle nostre comunità operose e sta a noi prendere in mano il nostro destino rilanciandolo nel futuro e nel mondo forti dei nostri valori e della nostra identità. Che è fatta di impresa, lavoro, competenze, immaginazione, volontà di fare ma, anche, di apertura al mondo, all’innovazione e alla diversità.

La glocalizzazione è il nostro futuro: emerge con chiarezza anche dalle dichiarazioni dei nostri attori locali nei quali risiede una profonda volontà di riprenderci il nostro destino, pur se rinnovata nei contenuti, nelle finalità e nelle strategie.

Ciò significa che il nostro territorio è ancora in grado di esprimere le tante eccellenze che non vanno penalizzate, ma anzi valorizzate, pur nella consapevolezza che la sfida del cambiamento e del rinnovamento vada percorsa sino in fondo, ad ogni livello della nostra comunità.

 

Le nostre volontà

1. Protagonisti nella costruzione delle nuove Istituzioni

Il percorso di riforme istituzionali sta producendo un depotenziamento dei presidi istituzionali del territorio senza che vi sia stato un vero coinvolgimento degli attori locali. Un processo che rischia di vanificare il percorso – iniziato nel 1968 – che questo territorio ha compiuto per fornire un sistema di governo ad un’area caratterizzata da molteplici identità e dal tessuto industriale più rappresentativo del Friuli Venezia Giulia. Pur condividendo la necessità di una razionalizzazione dei servizi e di un contenimento della spesa pubblica e di una radicale ed effettiva semplificazione burocratica, pensiamo che tale processo debba partire dal basso col diretto coinvolgimento degli Enti locali e delle rappresentanze economiche e sociali. L’obiettivo è quello di ristrutturare, ma con un progetto di recupero ben chiaro, con l’obiettivo di ridare valore all’impresa.

Per questo ci impegniamo a fornire il nostro contributo di idee, confronto di esperienze e pratiche, proposte di metodo e merito che possano cogliere gli obiettivi della modernizzazione e dell’efficientamento della pubblica amministrazione territoriale a favore della competitività e della coesione sociale.

 

2. Pordenone, una Comunità adeguata ai tempi

Persone e territorio sono le risorse da cui ripartire per costruire una società adeguata ai tempi. Le trasformazioni sociali ed economiche connesse alla globalizzazione hanno indebolito garanzie e certezze date per acquisite rispetto a temi fondamentali quali il lavoro, il risparmio, il futuro dei figli, il welfare, la casa e le forme di convivenza.

Per essere al passo coi tempi occorre investire in un modello – sia esso d’impresa, di educazione o di welfare – aperto all’innovazione e alla partecipazione, fondato sul merito, sull’iniziativa e sulla competenza, radicato nel territorio e aperto al mondo. Aspetti che debbono essere fortemente integrati tra loro.

 

3. Valorizzare il nostro essere “terra di mezzo”

Rimettere al centro del dibattito il nostro essere territorio ponte e cerniera tra passato e futuro, tra est e ovest, tra nord e sud. Non è vero che globalizzazione significa la fine dello sviluppo locale. Più globale significa anche più locale. Si sta nella globalizzazione se si hanno competenze distintive, proposte originali e riconoscibili, difficilmente riproducibili e banalizzabili, capaci di produrre valore aggiunto nelle reti globali. Pordenone ha l’esigenza di valorizzare lo spazio di posizione nel Nord Est e rispetto ai mercati europei di maggiore riferimento. Questo non significa decidere se allearsi ad Ovest con il Veneto o ad Est con il resto del Friuli Venezia Giulia, semmai valorizzare le funzioni strategiche del territorio, spendibili in un contesto d’area vasta, se non, addirittura, di livello globale. Non mancano certo a questo territorio gli asset; essi vanno razionalizzati in termini di mercato, privilegiando le funzioni di carattere metropolitano che hanno già raggiunto livelli di eccellenza globali, come ad esempio la ricerca in campo medico (CRO di Aviano) – o che esprimono importanti potenzialità di sviluppo e attrattività di area vasta, come ad esempio le iniziative in campo culturale (pordenonelegge.it, Teatro Verdi, Le Giornate del Cinema Muto) e le nuove funzioni logistiche che si possono sviluppare (Interporto, Fiera).

 

4. Diversificare e integrare i settori produttivi!

La manifattura, storicamente motore del territorio, è stata fortemente indebolita dalla crisi.

Essa rimane cuore del nostro sistema produttivo, ma deve integrarsi con gli altri settori in via di sviluppo come per esempio quello dei Servizi. Le competenze diffuse vanno tutelate e poste nelle condizioni di competere nel mondo mantenendo un rinnovato radicamento nel territorio di Pordenone.

Per la prima volta questo territorio – dalla forte specializzazione manifatturiera e da sempre ai vertici delle classifiche di sviluppo – si affronta un elevato numero di crisi aziendali. La consapevolezza ormai diffusa è che nonostante la capacità di molte imprese di competere nel mercato globale, non si potrà tornare al “passato”, sia per volumi produttivi, sia per livelli occupazionali. Nelle economie locali della provincia di Pordenone stanno prendendo corpo culture dello sviluppo che pongono il territorio e la sua qualità al centro dei propri processi di crescita, sono cresciuti interessi economici fondati su una duplice specializzazione: geografica da un lato, ed economica dall’altro. Il che si traduce in politiche di qualità dei prodotti, della vita e dell’ambiente circostante e in una declinazione di questi aspetti in tutti i settori di attività economica e sociale. È quindi necessaria la valorizzazione dei settori della cultura, dell’agroalimentare di qualità, del turismo che vanno considerati come anelli di una nuova filiera del valore, afferente ad una nuova “economia delle esperienze” che nella sua essenza rappresenta ormai un fenomeno affermato della società terziaria

 

5. Occorre rafforzare il radicamento territoriale delle Imprese globalizzate.

Oggi sono ancora le imprese a disegnare il territorio in una dimensione che è in gran parte globale, ma che fortunatamente mantiene un radicamento nel locale fondato sulle specifiche e pregiate competenze. Resta aperto il tema di come rafforzare questo legame tra le imprese leader globalizzate che hanno antenne, strutture e reputazione per avanzare in questi scenari competitivi e la supply chain – diversa da quella del passato per prestazione e percezione – che deve saper stare aggrappata con velocità, innovazione e servizio per mantenersi partner utile. Occorre quindi lavorare sulla formazione dei giovani: agli ottimi livelli di formazione professionale già garantiti dal sistema scolastico locale va affiancata una formazione più orientata al problem solving, alla conoscenza e all’utilizzo intelligente delle nuove tecnologie; l’intero sistema educativo locale deve inoltre assumere un carattere più cosmopolita, investendo sul rafforzamento delle conoscenze linguistiche e sugli scambi d’esperienza a livello internazionale.

 

6. Vogliamo far evolvere i distretti verso le reti multilivello

Oggi l’impresa è innovativa e competitiva in base all’estensione e articolazione delle sue reti: di mercato, di collaborazione, di supporto alle nuove funzioni. Il gioco dell’innovazione si basa sullo scambio delle conoscenze. Dallo scambio di informazioni ed esperienze tra diverse unità produttive spesso si realizzano innovazioni pari, se non superiori, a quelle che nascono nei laboratori di ricerca. Ciò non toglie che il sistema delle nostre piccole imprese distrettuali per competere abbia ancora bisogno di un forte supporto sui temi dell’innovazione, della creazione di reti e della visibilità sui mercati. Si manifesta in particolare la necessità di una maggiore integrazione tra manifattura e servizi legata ai processi di terziarizzazione delle nostre imprese, sempre più impegnate nel processo di smaterializzazione delle produzioni e nei servizi al cliente. L’integrazione con i servizi riguarda in particolare le imprese di piccole dimensioni che per reggere la competizione e la crescente domanda di qualità e flessibilità dei loro committenti devono sostenere processi di specializzazione, di innovazione tecnologica, di informatizzazione, di certificazione, di organizzazione della logistica. In una realtà come quella di Pordenone l’innovazione non può restare chiusa nei laboratori di ricerca o nelle imprese ad alta tecnologia, ma deve coincidere con la modernizzazione dell’ambiente, ossia con la creazione di un habitat più favorevole allo sviluppo e alla nascita di imprese e di servizi avanzati e multidisciplinari. Si tratta soprattutto di aumentare il capitale intellettuale delle imprese e delle persone che oggi lavorano nei campi di specializzazione tipici della economia locale. Campi che, pur essendo in linea di massima “tradizionali”, possono essere ancora innovati e valorizzati, accrescendo il valore unitario del prodotto o mettendo a rete circuiti produttivi estesi.

 

7. Cultura e manifattura vanno integrate grazie ai giovani

Ciò che differenzia i nostri prodotti da quelli provenienti da paesi emergenti a minore costo del lavoro, sono gli aspetti legati alla qualità, al legame con il territorio, allo stile di vita, al paesaggio, alla storia, ai valori estetici ed etici che danno senso alle nostre produzioni. Sono questi aspetti, culturali e creativi, gli elementi fondanti della cultura produttiva del nostro Paese, che ci vengono invidiati nel mondo. E non riguardano solo i settori tradizionalmente definiti creativi. Sempre più nella nuova “economia della conoscenza”, cultura ed economia si contamineranno a vicenda. La creatività è divenuta una risorsa competitiva fondamentale. Il rapporto tra cultura e produzione, la valorizzazione delle professioni creative, la competizione culturale tra città, sono temi strategici delle politiche di sviluppo di un territorio. I nostri giovani devono – già oggi – confrontarsi con un altro tipo di lavoro: il lavoro immateriale, non lontano dalla macchina, ma ricco di idee, competenze, creatività, imprenditorialità. E’ dovere di una società responsabile preparare i giovani a questo nuovo modo di produrre.

 

8. Tutto questo vogliamo farlo insieme, condividendo

Vogliamo, in altri termini, condividere queste priorità, farle diventare patrimonio di consapevolezza e volontà comuni, contribuendo così a un nuovo programma di rilancio territoriale sostenuto da un impegno comune di tutti gli stakeholder territoriali.

 

Per questo noi sottoscriviamo questa Carta per Pordenone aperta al contributo di tutti

Camera di Commercio di Pordenone

Unione Industriali Pordenone

Confcommercio imprese per l’Italia Pordenone

Unione Artigiani delle piccole e medie imprese della provincia di Pordenone

Federazione provinciale Coldiretti Pordenone

Confcooperative Pordenone

Consulta delle professioni